INCONTINENZA E RIABILITAZIONE
Incontinenza e riabilitazione :il gruppo di lavoro per la riabilitazione pelviperineale ė costituito da un osteopata, un terapista del pavimento pelvico e da un chirurgo esperto in chirurgia colorettale.
Nella incontinenza fecale lieve , in alcune forme della incontinenza urinaria, nel postoperatorio degli interventi di prostatectomia, urinaria trovano il chirurgo anorettale, l’urologo o il ginecologo può indicare questa terapia.
Prima di intraprendere i trattamenti riabilitativi siamo soliti procedere ad una valutazione posturale computerizzata fotografica per escludere condizioni di interferenza muscolo fasciale, che particolarmente in ambito pelvico, possono condizionare negativamente la riabilitazione.
L’incontinenza fecale è un sintomo invalidante, causato da molteplici fattori, che può comportare una invalidità fisica e psicologica il cui risultato è il progressivo isolamento dalla vita sociale e relazionale.
Esiste una variabilità nella popolazione adulta legata al sesso; nelle donne comprese nella fascia di età di 45 anni l’incidenza dell’incontinenza fecale è nove volte maggiore rispetto agli uomini della stessa età, è probabilmente correlato a traumi ostetrici.
La stipsi è un disturbo della defecazione consistente nella difficoltà di svuotare in tutto o in parte l’intestino espellendone le feci. Esistono almeno due modalità di stipsi: quella legata ad un transito lento, e quella dovuta a difficoltà di espulsione. Le due forme possono essere isolate o coesistere.
La incontinenza urinaria – particolarmente nelle forme da stress – trova ampio beneficio nel rinforzo del pavimento pelvico e nel ripristino della sinergia muscolo fasciale.
La riabilitazione perineale è da parecchi anni un riconosciuto approccio a queste due patologie, in particolare alla incontinenza e alla stipsi espulsiva: si avvale di alcune tecniche tra le quali un ruolo molto importante è rappresentato dal biofeedback (BFB) e dalla elettrostimolazione. Caratteristica fondamentale dei meccanismi a feedback è la possibilità di acquisire il controllo volontario di certi eventi fisiologici mediante l’informazione istantanea di ritorno, resa cosciente e monitorata grazie ad apposite apparecchiature: Il bio-feedback e’ un sistema che consente di apprendere come influenzare in modo significativo le risposte fisiologiche solitamente al di fuori del controllo volontario o che siano sfuggite alla regolazione volontaria in seguito ad una malattia o un evento traumatico.
Il biofeedback e’ una tecnica riabilitativa del pavimento pelvico che punta ad una rieducazione completa del paziente attraverso una serie di esercizi, una sorta di ginnastica dello sfintere anale, volti ad allenare determinati muscoli a contrarsi e determinati altri a rilasciarsi.
La attivitá del fisioterapista e dell’osteopata ottimizzano la riabilitazione attraverso un teaching mirato comprendente indicazioni alimentari, igienico sanitarie, comportamentali ed esercizi fisici.
La procedura totalmente indolore consiste nella semplice introduzione nel canale anale di una piccola sonda che registra le pressioni esercitate sulle proprie pareti. La sonda e’ connessa ad un computer che elabora i dati ricevuti e li trasforma in impulsi e in barre di colore differente a seconda che si tratti di contrazione o rilasciamento. Il paziente sara’ quindi invitato ad eseguire come detto degli esercizi ed a verificarne la corretta esecuzione attraverso i dati espressi sul monitor .
Al biofeedback, si associa molto spesso l’elettroterapia , che consiste in una stimolazione delle fibre muscolari con corrente elettrica di bassa ampiezza. Anche in questo caso si tratta di un piccolo elettrodo inserito nel canale anale a paziente sdraiato sul lettino ed ogni sessione dura circa 10 minuti.
La riabilitazione pelviperineale viene, in casi selezionati, completata da sessioni di counseling alimentare per favorire la corretta alimentazione in situazioni specifiche.